Il nuovo lavoro dell’artista friulana su chiavetta Usb.
Nove brani con storie intime e un’attenzione al sociale

Scegliere di fare un album completamente plastic free è certamente un atto di contemporaneità, una decisione di responsabilità ambientale del tutto consapevole.
Specialmente se questo dovesse rappresentare l’ultimo della carriera dell’artista in questione, come lei si ostina a ripetere.
Rebi Rivale è questo che ha fatto: ha letteralmente inscatolato le sue ultime canzoni, nove per la precisione.
Le ha messe in una chiavetta e inserito la chiavetta in una scatola.
Poi nella scatola ha infilato anche dei cartoncini con i testi delle canzoni, ha chiuso tutto e fatto sì che ogni confezione così composta fosse unica e non replicabile.
Un lavoro di fino e cura, realizzato insieme al collettivo Scarta, progetto nato con l’obiettivo del riciclo che opera a Udine e che ha creato un packaging su misura per “Kintsukuroi”, il quarto lavoro di Rivale uscito su tutti i portali digitali e nella versione fisica come Usb in materiale riciclabile.Rivale ha scelto un nome giapponese per un album che per la prima volta contiene una canzone in friulano, la dolcissima “Fasin un cjant”, nona e ultima traccia dell’album dove compare anche la voce di Elsa Martin.
Un nome altamente simbolico, dato che “Kintsukuroi” si riferisce all’arte di aggiustare le ceramiche rotte usando l’oro e quindi dando loro nuova vita e nuovo valore.Una metafora per parlare della cura delle ferite dell’anima e dei sentimenti.
Una metafora necessaria per Rivale al fine di parlare di sé: dentro le nove canzoni c’è lei, come non è mai stata prima.
Esposta, intima, rivolta verso di sé.
Dopo tre album costruiti intorno alle sue battaglie per i diritti umani e intrisi di riflessioni sulle tematiche più spinose, con “Kintsukuroi” Rivale si mette quindi alla prova raccontando storie più intime, senza rinunciare all’impegno sociale che da sempre l’ha contraddistinta.In “Kintsukuroi” trova infatti spazio anche il brano “La mia vita precedente”, che sommato a “Se sarà femmina” (Emergenze, 2013) e a “Chez Simone” (Rebi Rivale, 2011) è la terza canzone premiata da Walk on Rights di Amnesty International.Ma se la sua matrice è senza dubbio cantautorale, la cifra stilistica che rende riconoscibile Rivale non è da ricercare nel genere, ma nei suoi contenuti e testi.
Che si tratti di lei o dell’altro, Rivale usa le parole come fossero oro per tenere insieme i pezzi. In questo caso, i “pezzi” sono le note di Paola Selva alla chitarra acustica e Filippo Tantino al contrabbasso, che l’accompagnano praticamente in tutto il viaggio di “Kintsukuroi”.
Ma anche Andrea Ruggeri alle percussioni e rumoristica, Massimo Passon alla programmazione tastiere e organo hammond, Marco Napoletano all’armonica, Piero Corsi al pianoforte, Mirko Cisilino alla tromba, Federico Pace alla batteria e Paolo Forte alla fisarmonica.

ANNA DAZZAN – Messaggero Veneto