Piccola notte (Kintsukuroi)

(testo/musica Roberta Bosa)
è stata una notte piccola
di vento di occhi di buio di bello e di vita che tace là fuori, di tempo
una notte talmente piccola
da mettersi in tasca da sola col sole per non scomparire e tornare…
che notte di note piccole
in punta di dita suonate su corde sudate
invisibili e tese, di “taci ti prego”

e pregare è un concetto versatile
che ho scoperto capace di farsi
diventato così indispensabile
nella voglia improvvisa di darsi
non è più convenienza banale
non è dio che ora cerco negli occhi
qualcos’altro si fa cattedrale
replicandone gli echi e i silenzi

finita una notte piccola
di luci, segreti, paure e di attesa, di strada che aspetta là fuori, di tempo
una notte davvero piccola
da chiudermi gli occhi sul filo dei sogni per non farmi accorgere d’esser finita
che notte di note piccole
in punta di dita suonate su tasti sudati invisibili e gravi, di “taci ti prego”

e pregare è un pensiero inspiegabile
che ho scoperto capace di dirsi
diventato oramai irresistibile
nella voglia improvvisa di aversi
non è più convenienza banale
non è dio che ora cerco negli occhi
qualcos’altro si fa cattedrale
replicandone i sacri silenzi

sì pregare sarà discutibile
senza giungere al petto le mani
ma le mani mi servono a vivere
ma le mani mi servono a vivere
ma le mani mi servono libere
ma le mani mi servono a vivere
ma le mani mi servono a vivere
ma le mani mi servono libere